NAPOLEONE IN CARROZZA PER L’INCORONAZIONE

 

In occasione del bicentenario della morte dell’imperatore, la Reggia di Venaria ha realizzato una mostra di cimeli napoleonici su cui spicca la carrozza che fu dell’imperatore, oggi di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano-Palazzina di caccia di Stupinigi.
Questa carrozza (da poco restaurata dal Centro Conservazione e Restauro «La Venaria Reale» ha una storia davvero avventurosa che Andrea Merlotti racconta con dovizia di particolari nella coperta del Sole 24 Ore della Domenica.
La carrozza appare nel 1847 a Marengo (Alessandria), dove il farmacista Giovanni Antonio Delavo aveva creato un museo dedicato all’imperatore. Per accoglierlo aveva fatto costruire una villa nel luogo dove, il 14 giugno 1800, Napoleone aveva consacrato la sua fama con una strepitosa vittoria contro le truppe austro-russe. La carrozza si allontanò da Marengo solo nel 1906 per partecipare a Milano alla mostra sui trasporti, parte dell’esposizione internazionale per l’apertura del traforo del Sempione. Risale ad allora la prima foto realizzata alla vettura dallo studio fotografico Varischi e Artico che documenta il suo cattivo stato conservazione. Dopo la Seconda guerra mondiale la villa di Marengo venne venduta alla Montedison e le opere del museo furono donate alla città di Alessandria. Non però la carrozza. Essa, infatti, nel 1950 risulta in possesso dell’antiquario Edilio Cavanna, che stava per venderla al Museo Massena di Nizza. Il progetto però non andò in porto e a entrarne in possesso del mezzo fu, invece, Gustavo Augusto Rol, il noto sensitivo torinese. Appassionato di Napoleone, Rol fece restaurare la carrozza decidendo di destinarla al Museo degli Invalides a Parigi. Quando ormai il viaggio Oltralpe pareva deciso, la sovrintendente del Piemonte, Noemi Gabrielli convinse Rol a bloccare a Torino la carrozza e a donarla all’Ente Ordine Mauriziano. Era il 1955. Da allora la carrozza è stata conservata nella Palazzina di caccia di Stupinigi.

Per viaggi imperiali. Jean Ernest Auguste Getting (1766-1846), «Berlina di gala napoleonica», Parigi, (1805 circa). Nichelino (To), Palazzina di caccia di Stupinigi

Per viaggi imperiali. Jean Ernest Auguste Getting (1766-1846), «Berlina di gala napoleonica», Parigi, (1805 circa). Nichelino (To), Palazzina di caccia di Stupinigi

Ma se dal 1847 a oggi la storia della carrozza è nel complesso ricostruibile, cosa era stato di essa negli anni precedenti? In particolare durante l’Impero?
Un punto da cui partire è il libro che il farmacista Delavo pubblicò a Parigi nel 1854: “Marengo et ses monuments” una sorta di catalogo del suo museo. In esso la carrozza è riprodotta ma non viene raccontato nulla sulla provenienza e sulla storia di quella che egli definiva «carrosse impériale». Da allora, sono state formulate tre ipotesi. La prima sostiene che la carrozza avrebbe condotto a Parigi Napoleone e Maria Luigia per le loro nozze, nel 1810. La seconda vuole, invece, che la carrozza sia stata usata in occasione dell’incoronazione di Napoleone a re d’Italia, avvenuta a Milano nel 1805, e che fosse poi rimasta nella città lombarda, dove Delavo l’avrebbe acquistata. La terza, infine, riporta ancora al 1805. Napoleone se ne sarebbe servito per assistere a una rievocazione della battaglia di Marengo: qui si sarebbe danneggiata e perciò vi sarebbe rimasta. Delle tre ipotesi la più convincente appare la seconda. A confermarlo è lo stesso Delavo in una lettera del giugno 1847, in cui racconta di averla comprata a Parma, come carrozza usata durante l’incoronazione di Milano. Quel che sappiamo, quindi, è che la berlina fu realizzata a Parigi prima del 1805 dal carrozziere parigino Jean-Erneste Getting, attivo per Napoleone e a cui si devono anche altre berline imperiali (fra cui la Victoire, conservata a Versailles). Portata a Milano nel 1805 per l’incoronazione, passò a Parma, come testimonia anche lo stemma di Maria Luigia come duchessa, emerso durante il restauro e risalente – è chiaro – a non prima del 1815.